«Oggi i poeti non si interrogano più. Sono cortigiani e servi compiacenti. Declamano versi o per piacere al re o, più stupidamente, per autocelebrarsi. A onor del vero, per non fare di tutta l’erba un fascio, conosco qualcuno che si salva, ma faccio mio il suo riserbo e non lo menziono».
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