«Mi dicono che chi scrive dovrebbe conoscere i numeri del mercato dell’editoria: che nove libri su dieci, ogni giorno pubblicati, vendono meno di cento copie. Mi dicono che chi scrive dovrebbe conoscere i critici più dei propri lettori. E a dire che, io scrittore da più di una vita, non scambierei mai un numero per una lettera, proprio perché una lettera da me scelta non solo mi rappresenta nei suoi contenuti, ma mi consente di dire molto di più di quanto io stesso possa esprimere. Vi sia dunque chiaro che, cari editori, se io scrivo è per sentirmi libero di mantenermi coerentemente e moralmente invenduto».
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