«Ambientali e di cassa, ci stanno preparando all’era dei debiti incolmabili!». 

«Inetti alla rivolta... Coatta convenienza! La convivenza dei poveri vinti».

«Il bello è nel buono che lo accompagna».

«Complici nel disvelare l’ignoto... Gli innamorati custodiscono, l’un per l’altro, il segreto loro predestinato».

«Nel porre risoluzione all’impetuoso straripar, quanta pena nell’adozione del confluir dimesso!».

«Ci vuole cuore! Anima lontana a raggiungerti vicina».

«Il Natale è l’avverarsi della profezia che alimenta l’anima mia. Mi ricorda che, superato l’inganno dell’età matura, nonostante tutto, posso auspicare, se con gli occhi del bambino che per man mi prende, ad un nuovo mondo in un’era futura».

«Dai cortili alle piazze

grande il canto del poeta

quando il prato chiama

gioia a coperta

gemiti e sospiri

la voglia di crescere

leggeri al volo

salmodia dell’amore

per cuori spiantati».

«Non disse nulla così non avrebbe rischiato lo sproposito dell’aver detto! Non che fosse d’accordo, ma neanche in disaccordo. Era in preda al torpore di quell'immotivata pigrizia dell’esistere».

«All’esercizio dello stare bene... Lo sciroppo cura se il paziente collabora!».

«Predicozzo a pistolotto! Dal comportamento del sé, l’immagine del noi».

«L’amor... All’increspar dell’onda, in mar vacilla!».

«I muschi! All’ombra degli amanti dell’amor confuso».

«Guardassero tutti i vuoti a perdere! Lor signori che, col bicchiere sempre pieno, fanno di facile ottimismo, stile di vita».

«Ancora non so! Amore mi fai sognare di scoprire».

«Della verità... Non tutto ciò che trapela, resta tale e quale!».

«L’istinto è una ragione senza freni».

«Mi sono accorto che nel parlare di te avrei potuto parlare anche del me che non sa comprendere ancora pienamente te, che accogli la chiamata di Dio per il figlio dell’uomo. Cara madre, comunque, grazie».

«Velo dopo velo... La sottigliezza ha una profondità acuta».

«Credendolo pensiero... Scambiarono la piazza per un acquario!».

«Compromesso ruffiano... L’etica quotata in borsa!»

«Al gioco del capriccio, il necessario è futile!».

«Calamità! Svuota il sacco, ma mette in piena».

«Insignito a chicchessia! Mi spaventa il titolo di maestro quando recluta plaudenti seguaci».

«Si dicono onesti! Rubano i contenuti alla fonte».

«Prima del tuono, le esperienze affiorano dal passato come lampi residuali».

«Le lancette dell’orologio rimettono in misura la percezione del tempo nella centralità di uno spazio».

«Ormeggiatori delle altrui idee! Smodati nel prendere, avari nel dare».

«Verso giusto e profondo... Dico donna, dico mondo!».

«Postulato inconfutabile! Tutti son per Dio, ma ognuno è per sé».

«Legato dritto all’albero maestro... L’impeto non soggiace al lamento delle ginocchia!».

«Perché ai lettori sia dovuto! Noi scrittori sottraiamo dall’indifferenziato solo ciò che ci è riconosciuto».

«Persuadiamocene! Tutto si muove intorno ad un’immagine che ci tiene fermi».

«Ecosistema, non è politica! Uno sciame di sardine fa squalo, ma non riesce ad ingerire e tanto meno digerire lo squalo».

«In amore all’adesso l’ancora giova».

«Correlato significativo all’interpretazione... Il nitore ha uno spessore incomputabile!».

«Mercenari dell’eloquio, a caccia di audience! Rievocano a merenda la poesia d’autore».

«Etica dell’estetica... All’inveir del brutto non arretri il riferir del bello!».

«Mi rendo impensabile alla piega del potere! Invisibile, amo esprimermi col diritto di tacere».

«Sapermi scrittore mi eleva al ruolo, quando stacco la penna dal foglio, di primo, e più severo, dei lettori!».

«Lo scrivere è una battaglia continua. All'ascolto, ci è di conforto salvare la parola che conta!».

«Divorano i libri e infangano il prossimo! I mistici, pretenziosi di casato nobile, approdano al desco della didattica con lo spaccio della povertà a misticanza».

«Quello che scrivo di sera mi sconcerta la mattina! A conferma che, se ce ne fosse ancora bisogno, quando entriamo in un’altra dimensione il buon Dio ci dispensa la meraviglia dell’inverosimile».

«Il binario è la guida della tenda! Dà in apertura ciò che in chiusura priva».

«Io, la Signora Speranza me la immagino suadente, giacché deve essere convincente nel farsi rinnovare la nostra smarrita fede».

«La genialità ha la semplicità! Ispirazione assimilata più che intuitiva, a ragionarla non ci si arriva».

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«L’ignoranza compendia la stupidità e la elegge ad impresa!».

«L’anima della bambola, gli occhi! Nel peso delle palpebre basculanti al pianto e al riso».

«Il poeta sa come volare sulla croce del suo destino».

«L’aforisma non è un accostamento fortuito di parole! E non avviene casualmente che l’aforista stia sul pezzo e che poi lo stesso pezzo sia visto da altri opportuno in condizioni diverse o addirittura avverse dal contesto in cui è stato in origine redatto».

«La storia se aspira a diventar scienza deve, a cuore aperto, asportare i calcoli dal fegato per descriverne la natura!».

«La libertà distante dal rispetto subordina il dovere dei molti al volere scriteriato dei pochi».

«L’altezza della gamba al cavallo è il limite della cieca incuranza all’abbandono».

«Al cimitero... Capita che la vitalità dei morti stupisca i vivi».

«In capo all’architettura... L’autunno svela, al cader delle foglie, l’algoritmo della natura».

«I solitari in amore non giungono ad alcun beneficio. Sedotti si mantengono estranei! Temono l’emozione e si confondono nell’immaginazione».

«Siamo in mezzo al guado! Tra la certezza che tronfia di chi ha tutto con scontata semplicità e l’inconcludenza che avvilisce di chi ha niente perché è stato rapinato di tutto!».

«I devoti al punto morto inferiore scendono dai pensieri e risalgono l’azione».

«Nella vita tutto si ripresenta con un’imprevista pertinenza. Vinto il presente, si licenzia il passato!».

«La morte affretta la vita!».

«Ho una sola faccia da spartire in pace con l’anima mia!».

«Conservo la dimensione del fanciullo per non perdere la mano del Padre».

«Spremersi! Il modo più speculativo di esprimersi».

«Avulso dalla memoria, il presente non ha storia!».

«Non l’ho appreso! Ciò che dico è ciò che sento».

«Ma quando mai! Il successo dell’artista è proporzionale alla soddisfazione che lui ne trae al momento del concepimento dell’opera? L’artista è al contempo artefice della portata rivoluzionaria dei suoi contenuti e vittima dell’onda conservatrice dei suoi risultati».

«La severità non è un’imposizione quando depone in favore della verità».

«Ah! I diplomatici, buoni quelli... Un branco di teorici imbellettati che non saprebbero neanche ricucirsi un bottone sulla patta dei propri calzoni».

«Sì! Le parole sono la lente sul mondo. E poiché, nei loro significati, non sono mai perfettamente definite, aprono il campo a digressioni o a scorciatoie. Inventano mondi paralleli dove è possibile esistere ed anche resistere».

«Ai tempi dell’attesa... Il responso a una domanda di oggi, è sempre domani!».

«La coerenza è di chi non scambierebbe mai il dono di Dio con il premio dell’uomo».

«La mano toccata dal dono esercita il passato in un tempo futuro».

«In una passerella di interventi gli accademici convenuti si plaudono l’un l’altro. Giocano ad essere, di domenica, campane diverse in un’unica cattedrale!».

«Non molla! Viene dal pezzo indifferenziato determinato a specificarsi».

«Della taglia del pugno chiuso e del cuore... I capovolgimenti di testa pongono in risalto i piedi!».

«Non mi avrete né per fame, né per sete! Mi tengo il bisogno per non tradire il mio sogno».

«La gestazione di un dono non è ordinabile al banco prova».

«Devo tenere conto dello sconto che mi sono fatto qualora pensassi di aver esaudito in questa vita tutto quello che mi son detto!».

«Or chiaro, ti sia! Alla vita che incamera acqua sul fondo dello scafo, vado incontro nel segno della croce al largo della rotta della lama del timone».

«Della cartolina di invito nella buchetta delle lettere, il poeta se ne accorge solo ad evento concluso».

«I ricchi che sorbiscono il nettare degli Dei non si curano dei poveri che nel mese di ottobre sono vinacce esauste sotto un pugno di moscerini».

«Diversa dalla stampa, l’idea si salva in bozza!».

«Quel che ti dice l’aforisma, l’aforista non sa. Ma tu lo sai!».

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«Quel che dico non può esserti di sorpresa... Io son del popolo! La mia semplicità spiega la tua ricchezza».

«Cerchiamo di predisporre il fare cogliendo di sorpresa l'altrui distrazione».

«Io penso che l’uomo di quanto gli è stato concesso di fare, per il verso giusto, non faccia mai abbastanza. Infatti tutta la sua cultura gli è ancora insufficiente alla sua natura!».

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«L’intuizione è unica, ma si muove in spazi condivisi!».

«Il sentiero è il luogo della memoria. Istruiti a percorrerlo, rinveniamo di ieri cose all’oggi celate».

«Messa all’indice dall’ortodossia accademica! La scrittura a braccio ci mette il cuore».

«Fino all’avverarsi... Io confido che la speranza si convinca della sua dose di certezza».

«Per non peccare di inverosimiglianza, il poeta sia del tutto eguale alle cose da lui decantate».

«L’infattibile è reticente! Non dice mai che, a ragion di fede, l’impensabile viene al plausibile».

«Dell’asola... la lingua del comando ha il bottone!».

«Prillano!Sardoniche le parole che prendono in volta».

«Notte! Per l’oggi è troppo tardi».

«Un povero al mercato chiede quella parte che tolta dal tutto non costa niente!».

«Alla notte basta un pugno di stelle per vestirsi a giorno».

«In mezzo allo sporco è difficile vincere puliti!».

«I legami tengono se nati sotto l'insegna dei nodi baciati».

«Grande la fede

quando dalla montagna

si sposta allo sconfinato prato

ove a salice piangente

da un palco all’altro

della mia gioia a pianto

Cip libero di volare

mi lascia sognare».

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«La fioritura risale da una profondità! Al raggiungere della superficie gratuitamente si dona».

«L’ispirazione è provvidenziale... L’arrivo di un autobus in una strada di campagna, quando fuori piove e non c’è penisola dove ripararsi!».

«Gli innamorati che si parlano, non sempre fanno l’amore; gli amanti che fanno l’amore, non sempre si parlano!».

«Il ritaglio è una condizione sottratta a margine ristretto».

«E son ferite aperte! Eppure, in tutta onestà, dovremmo imparare a vincere i nostri affetti più cari per guardare con occhio oggettivo ciò che ci è precluso sia dai vincoli di parentela di sangue che dai vincoli di parentela acquisita».

«Visto l’avvicendarsi degli insigniti primi non v’è nulla di sostanziale all’esistenziale che prometta e permetta la sopravvivenza dei soliti ultimi».

«L’aggiungere parole a cose non dette, sottrae peso alle cose mancate».

«Uscito dal canovaccio sul prato mi muovevo a braccio. Aggrappato al filo dell’aquilone, io discorrevo da un’altra dimensione».

«Affinché l’intelletto proceda all’opportuno dell’azione, le parole abbiano il silenzio della resa!».

«Lieve alle farfalle il volo che aggiunge ai fiori petali di cangiante bellezza».

«E’ dell’indicibile inconfessabile poco che ammiriamo la forza di muoverci addosso la sua rivoluzione!».

«Da noi eletti interpretano il teatro dell’assurdo! Buffoni dal pingue portafogli, al bisticcio vivono di un’intesa complice».

«Voi che vi dolete dell’emozione quando vi è inspiegabile alla ragione! Non sapevate che sareste stati chiamati a decidere di tutti noi se per il riso o se per il pianto!? Voi apprendisti dotti!».

«Il difetto ci tenta! La parola ci contenta, ma solo per un istante».

«Asservita all’arlecchino vintage del carro politico, mi è inconciliabile la nuda poesia. Perciò, custodisco il verso perché non si manipoli diverso!».

«Perché chi vede cose che non sono oggettive dovrebbe sentirsi visionario? Io tutt’al più lo chiamerei contemplativo!».

«Che poi la preghiera è un’invocazione d’aiuto che mi convoca a sentirti quando non posso dimostrarti».

«All’uomo trasparente ogni domanda è impertinente!».

«La lingua invidiosa vive di peso morto lo sproposito di una bocca aperta!».

La parola e il suo pieno

«Lo scrivere ispirato nasce dall’esercizio dell’attesa, allorquando la parola, in tutta la sua mirabile bellezza, all’ascolto si compie con tutta la sua sorprendente perfezione che, nell’organizzazione naturale del testo, diventa partitura musicale».

«Ad essere onesti, oggi ci vuole il coraggio del soprannaturale!».

«Contro natura... Educarsi diversi, inesaudibile promessa!».

«La vecchiaia è l’ultima entrata prima dell’ultima uscita!».

«Con la chioma degli alberi, gli angeli impiantarono i prati in cielo».

«All’impellenza di un’indifferenza motivata: il cespuglio è il muro della minzione!».

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«Quando la puzza si deposita mi preoccupa ciò che non si vede!».

«Perché non tutti possono stare dalla parte del fresco! Ecco perché d'estate soffro il caldo».

«Le nodose radici dalla pelle che par d’elefante, le gemme appuntite e la forza dell’alta chioma all’onda d’urto del vento... Del faggio amo!».

«Sono della natura e non di chi li redige. Gli aforismi pongono interrogazioni continue. Chi li capisce in un modo e chi, invece, in un altro. Magari diametralmente opposto. Questo dibattere ci invita ad una dialogica che, se siamo lungimiranti e fortunati, ci porta a una soluzione consapevole del quesito in origine postoci. Quindi non chiedetevi chi fosse mai l’autore e cosa mai volesse significare, ma piuttosto chiedetevi a cosa siete, senza deroga, chiamati puntualmente a rispondere».

«Il rogo rende in fumo, quanto le lingue di fuoco in opera!».

«I colli che non hanno testa vengono messi in coda».

«Il popolo accumunato dalla povertà, sotto l’egida degli acuminati, perde ogni possibilità di riscatto».

«All’orizzonte... La coperta è corta perché i fianchi sono alti!».

«Detonazione a delinquere! Nella sala d’attesa, tra coincidenze e destinazioni, l’attentatore sceglie sempre le sue vittime».

«C’è ma non si vede! Utopia, gioca a volar via».

«Gli aspiranti sognatori sappiano che i sogni incorrono in sparizioni».

«Inspiegabilmente... La palla dei bambini finisce sempre sulle rose dei vicini!».

«Verginità dell’adolescente... A nascondere il taglio, il pudore della piega della pelle».

«Dell’opera, non tutti i tagli sono la sintesi più corretta!».

«Catena alimentare... di pancia, la dose non par equa».

«Le radici di un’amicizia sono il frutto di un seme antico».

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«Il lato oscuro della moina è l’interesse palese!».

«Sotto l’ombrellone occhi diversi si posarono eguali».

«La gravità del rischio... Prima della profondità, dal trampolino, l’impatto dopo il salto!».

«Tutore del verde... in natura sovente succede che sia il secco!».

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«Il sogno mi chiede non solo la mia speranza, ma il devo del dover farcela!».

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«Se è difficile dire quando sia nata la parola, non è comunque, all’adombrarsi della luce sentita nel nostro primitivo muto intenderci, sbagliato pensarla sempre più tutta da interpretare e,quel che è peggio, da equivocare».

«Assente agli sguardi, la profondità nasconde i presenti!».

14 luglio 1789... Cammeo

«In un dritto di diritto che poi chiamarono Rivoluzione, si diedero l’incarico di un gesto di rivolta. Tuttavia la supponenza di chi sapeva era eguale all’ignoranza di chi non sapeva! Ma se l’una poteva prevedere in virtù del suo sapere, prona, l’altra, a cagione del suo ignorare, non poteva che subire».

«I soggetti, parti dell’intesa, hanno per oggetto la forza persuasiva del predicato in recita».

«La volontà di voler trovare una ragione, distingue il bene dal male!».

«Il poeta prima di arrendersi al pensiero mette in nota la melodia».

«Giacché il mio scrivere non difetta del possibile! Mi creda Signor Editore, non è poi così impensabile quello che lei reputa improponibile!».

«Perora la giusta causa! In un enunciato virgolettato, la lettera di disamina non tralascia il puntiglio critico».

«Lo scrittore che stimo... Ad un certo punto osserva la liturgia del silenzio, se le parole non gli vengono a motivo dell’oggetto da dissertare».

«Le cose sono la somma prima della differenza».

«In una successione spazio-temporale... Mi è chiaro che i singoli accadimenti ci orientano la chiave di volta locale ad una comprensione di un piano generale».

«Del loro discutibile operato... giustificano l’esser uomini con l’innocenza dell’investitura!».

«Il chiacchiericcio è un libro mondano! Lo si sfoglia a veli di cipolla».

«Le attrazioni! Forme che concertano gli interessi sulle soglie del proibito».

«Di regole vuote perché disattese, la libertà è piena!».

«Competenze trasversali... Faccio cose e vedo gente! La risposta di chi ha in custodia l’ipotesi concreta del silenzio».

«Fanno ricadere la colpa sugli onesti che hanno la sventura o l’ingenuità di esserci nel momento sbagliato! Nell'odierno vuoto di coscienza morale al pieno di omertà globale, i delinquenti, signori miei, sono matti veri che vivono alla grande».

«Speculazione dell'ordine naturale, artificio a sacrificio!». 

«Sì, siamo empatici! Fuori dai vincoli che non ci siamo scelti, non esiste prova dovuta! Difendiamo quindi il sacro santo diritto di frequentare chi più ci ispira».

«Gente tosta... i sognatori presi dal loro irrinunciabile imprescindibile mondo dell’etere! Troppo poco remunerati per non vivere in miseria».

Ad un'amica carissima, dedico...

«Allo sterno colpita

giacché dall'accidente vessata!

Le piaghe le dolsero

e le tolsero fiato

al cuor suo sospeso

che già sapeva

di dover dar di coraggio

nuova prova».

«Per non dubitare più di noi... La paura è un’esortazione verso ciò che siamo chiamati a comprendere».

«L’intuizione geniale ha ragionamenti articolati in spazi contemplativi».

«La ragione messa a soqquadro dai sentimenti entra nel vortice dei pensieri».

«Caro Editore... Le sue due briciole non mi bastano nemmeno per l’acquisto dei materiali di stretto consumo: fogli, cannetta, pennini e calamaio. Voglia, pertanto, corrispondermi quel poco di più che nel rendere onore all’anima sua, salvi la pelle mia. Giacché, come ben sa, chi Le scrive sta al servizio del vero come è vero Iddio e non di certo ambisce a quella fama del far cassetta che solo i posteri potranno, se vorranno, tributargli».

«Iniziai a vincere la mia malattia quando iniziai a ripetermi che non c’era nulla di male nello stare bene».

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«I cani sono anime libere che si donano al nostro guinzaglio per guidarci alla nostra coscienza».

«In un’impresa di inaudita volontà! La riscossa degli umili chiama, ad ultima raccolta, le forze scampate alla stanchezza dei giorni gravosi».

«Amare è rivoluzionario... per questo per far presa sono inevitabili delle rotture!».

«Le iniquità affondano tradite dalle bugie che ondeggiano in superficie, alla deriva come vuoti a perdere nel ventre delle balene».

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«Nel credermi all'altezza della mia vita... più di quanto gli altri mi possono dare, è l’aiuto che mi do!».

«Ti vedo come ti sento e ti immagino come ti desidero... Non diversa da te che sei già bella, come sei!».

«La consuetudine è un’abitudine che esonera il cittadino dal rispettare la legge».

«S’anima di quell’ansia imponderata... Alla macchia, amor non fa chiaro!»

«Di fugaci amplessi consumati nel pagliaio... Le rotoballe hanno spento il fuoco per una più calcolata geometria del paesaggio».

«Chi rinuncia a tutto lascia in vita il desiderio».

«Avanti con l’età, i tatuaggi sono sogni ammainati al corpo!».

«Maestra! Mi mette paura il sol pensiero che per redigere uno scritto si debba ricorre ad uno scheletro».

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