«Quando scrivo bene è
perché do il suono giusto alla parola nel suo significato. Sì! Perché, per chi
come me è povero di sapere, il sentire rappresenta una ricchezza inestimabile:
il valore aggiunto che colma, lenisce e cura. Di fatto la parola prima di
essere significato è suono che a noi giunge con tutte le sue vibrazioni e che
ci induce pensieri, ragionamenti ed emozioni. Nondimeno ci proietta
allucinazioni, visioni e spazi temporali, magari occorsici in un tempo non
sempre ben precisato. E qui, non a caso, ci inoltriamo nell’affascinante mondo
dei déjà-vù, del già visto e del già vissuto. Perché
l’esistenza ci insegna a superare non ciò che vogliamo, ma ciò che dobbiamo
scontare, nel bene e nel male, per essere connaturati con ciò che in questa
vita siamo chiamati a fare per adempierci».
Avviene nello spazio delle meraviglie, dove tutto è possibile perché lì si gode di una luce improvvisa che sa dare corpo alle trasparenze... un lampo di luce che precede il segno del tuono. Ma poi arriva il tuono con tutto il suo reboante fragore e lascia il suo dono. È perfetto e lo si deve raccogliere intatto nella sua sintassi, in una successione ordinata di perle su di un filo di seta: «frutto divino a umiltà terrena accade che la poesia sia».
lunedì 12 aprile 2021
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