«Constato, tutti i giorni, come il
lento processo di istruzione, attraverso la capillare scolarizzazione, abbia
ucciso inesorabilmente il pensiero... il libero pensiero. Oggi, più di ieri,
ogni ragionamento è rigorosamente compartimentalizzato. Tanto è vero che uno
può pronunciarsi solo se ha i titoli di merito, astenendosi, in caso contrario,
da ogni tipo di esternazione se non vuole essere malamente giudicato ignorante.
Dunque per l’autodidatta intelligente,
voce fuori dal coro, non v’è alcun posto in questa odierna società dell’obbligo
di protocollo.
Ma mio padre Gino, classe 1926, tanto
per citare un esempio a me molto caro, che con la quinta elementare sapeva fare
di conto, e con lui tutta la generazione che ha costruito l’Italia del
dopoguerra, non avrebbe mai accettato di essere zittito solo perché, contadino
prestato all’industria, aveva studiato poco e lavorato tanto».
Nessun commento:
Posta un commento