«Sono tanti, noti scrittori e non, chiamati all’insegnamento al soldo delle scuole di scrittura creativa, nate come funghi dopo una giornata di pioggia. Ma cosa potranno offrire agli aspiranti scrittori, se non insegnare, ammesso e concesso che le sappiano, le fitte regole dell’italiano scritto e parlato? Il mio scetticismo è evidente, poiché lo scrivere cosiddetto creativo, esperienza del tutto personale, non si può apprendere; o ce l’hai o non ce l’hai. In verità, dalla nascita, tutti abbiamo un’inclinazione, una propensione, che ci rende unici e speciali agli occhi degli altri. Individuarla e sacrificarci ad essa è una fra le rare opportunità che la vita, oggi o domani, ci invita a consumare».
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