«Non necessariamente passando dai banchi di scuola, non vorrei dire, ma sono già stato quello che oggi sono. Dunque, non mi invento nulla di nuovo, continuo a scrivere, quel che ho da sempre scritto magari firmandomi col nome d’altri. Scrivo perché già da prima, nel riconoscermi in uno stato di consapevolezza, sono stato designato, non diversamente dal musicista quando suona, dal pittore quando dipinge o dallo scultore quando scolpisce».
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