«I ruoli a
noi assegnati sono immutabili, perché già scritti: l’umiltà agli umili; l’arroganza
agli arroganti; il discorrere agli intellettuali; la poesia ai poeti; l’indolenza
ai pigri... le ali agli angeli. Per questo i nobili non si confonderanno mai
coi poveracci ed i poveracci, incapaci d’essere signori, anche se arricchiti,
sapranno essere al massimo dei piccoli aristocratici. Impossibile, dunque, sarà
rivendicare un riscatto sociale se non per riappropriarci del ruolo che in
coscienza ci è stato consegnato. Perciò
vorrei mettervi in guardia da chi ostenta un’effimera generosità o un altruismo
che non gli competono».
Avviene nello spazio delle meraviglie, dove tutto è possibile perché lì si gode di una luce improvvisa che sa dare corpo alle trasparenze... un lampo di luce che precede il segno del tuono. Ma poi arriva il tuono con tutto il suo reboante fragore e lascia il suo dono. È perfetto e lo si deve raccogliere intatto nella sua sintassi, in una successione ordinata di perle su di un filo di seta: «frutto divino a umiltà terrena accade che la poesia sia».
lunedì 31 maggio 2021
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