«Voglio consolarmi di tutto quanto mi hai tolto ancor prima d’avermi dato di quanto m’avevi inizialmente promesso. Mi hai implorato di crederti, dicendomi che le mie erano sensazioni e supposizioni infondate. Ma dico, con quale faccia mi guardi, ora che i tuoi occhi paiono pentiti? Vorresti spiegarmi che non è andata proprio così e che tu in realtà non l’ami e che hai seguito, poiché sedotto, l’irragionevole impulso di chi a cavalcioni guada la corrente di un fiume in piena? Mi spiace, non ti posso più credere e non perché io non voglia e non perché a me non piaccia... perché d’altro la ragion m’impone».
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