«Il mio scrivere forse appartiene a un paratesto, a un corredo, a tutto quanto è vicino a un testo ma non è ancora un testo. Vi dico questo perché mi accorgo che il mio argomentare dell’uso della parola descrive più uno stato d’animo che una storia tutta ancora da redigere e comprendere. La parola diventa allora un riferimento neutro, uno specchio dove specchiarsi... dove interrogarsi, dove, per quei pochi fortunati che ci riescono, sperimentare una risposta plausibile nonché pertinente».
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