«Se già conosciamo quell’ansia intestina che ci tende la vita, popolata da morti che stanno in piedi per chissà quale prodigio o artificio, non dovremmo anche individuare dove sono i vivi? Sicuramente sono un genere in via di estinzione; potremo ritenerli, a giusta ragione, nascosti nelle periferie: nella timida incertezza degna di un vero teatro dell’assurdo. Lì, ad attendere invano che si consumi il tempo e che si compia il colpo di scena capace di elevare l’improbabile normalità al rango di vita».
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