«Voi benestanti e voi arricchiti, colleghi, amici e non... Voi che, spesso e volentieri, suonate al mio campanello e scaricate tutta la vostra disperazione. Quando mai siete attraversati da un moto di generosità nel sostenere i poveri in canna che, come il sottoscritto, vi stanno pazientemente ad ascoltare? Voi che non avete il problema del quotidiano. Voi che il soldo è l’ultimo dei vostri problemi e il primo dei vostri interessi. A volte, troppo ingenuamente, mi sembra quasi che riusciate a percepire le mie, le nostre difficoltà... ma poi mi basta un ultimo vostro sorrisino di commiato a farmi sotterrare ogni mia speranza in un vostro generoso aiuto. Sì! Siete degli ipocriti toccati da infamia».
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