«Inetti al dialogo, subiscono una tra le più spietate solitudini di tutti i tempi. Organizzati da linee guida stilate da remoto, i giovani d’oggi non sanno più disegnare il loro futuro perché non sanno più sognare. Vivono continuamente interconnessi, eppure, se chiamati a mettere insieme una parola con un’altra, s’impacciano ed entrano in un vuoto cosmico inimmaginabile a chiunque non sia solito frequentare i buchi neri».
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