«Sì! Tu puoi sbagliare. Ed io chi sono io per giudicarti? Ed io chi sono io per dirti quello strasentito odioso: te l’avevo detto? Figlio mio la tua libertà m’inquieta il sonno, quando si ferma a scelte di prima superficie. Sii dunque, se posso darti un paterno consiglio, profondo, sia nelle tue analisi che nel metter radici».
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