«In verde altopiano... Branca che dirama, allarga la chioma!».

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«Più che circostanziata... il verde è una coltre immaginata».

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«Uscire dall’impasse... Per una sola toppa, favola dalle tante chiavi!».

«Al mare... L’eros tatua la pelle!».

«Non muore, sublime natura... Rimette in cielo la sua verginità!».

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«Di Dio al pianoforte... Fioretto alla Madonna».

«In bilico sul vuoto... Aggrappati al sogno di prima per sventare la tragedia del dopo, trasvoliamo!».

«Non v’è differenza... In amore fa sempre due, anche se uno di due viene meno».

«Coerenza: disposta al fuori, consegna dentro».

«Le parole sono il volano! Magia di chi sa tenere in mano l’appuntita cannetta, nell'inchiostrare il mondo».

«Petali al vento... dei prati, sentimenti nomadi».

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«Allo spoglio della natura... più code che ali».

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«In un astruso tutto... Essere confusi è una coerenza di fatto!».

«Al vento... La chioma del pino di mare, fa bandiera».

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«Fiorisce... chi schiude, non tracima».

«Giacché non recuperano il sentimento... Le caldaie del basso ventre fumano il tormento!».

«Gli incompresi di giorno: sono carbonari di notte!».

«La paura ci rammenta la nostra precarietà in terra... Siamo predestinati al presente!».

«Sono vuote... Le parole che lo scrittore non tiene a mente!».

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«Voli dalle gronde... Primavera: io, pio e Dio!».

«Ai fianchi... La corona degli affetti ha le spine dei parenti».

«Rifugiata nella dimenticanza... ricorda di sé in giovanili fugaci apparizioni».

«Gli alberi piantano le radici al suolo perché hanno nella chioma l’universo in testa».

«Dove il color si confonde, v’è l’alba: la grazia del saper infonder nuova luce».

«Distante dalla natura dell’abete... Ebete incolto, è l’uomo».

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«Nuda di ringhiera, genuflessa in preghiera... La rosa bagnata va al prato».

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«Teme di essere travolto... L’uomo non tira la catena per evitare l’effetto domino!».

«Ad uno, ad uno: in fila... Giacché non ci stiamo tutti nella stessa ora!».

«Intuizioni da “strologare”! Le congetture non sono solo ipotesi».

«Per natura le parole non sono mai esaustive».

«In uno Stato che langue... Il paziente è chi sta vicino all’ammalato».