Avviene nello spazio delle meraviglie, dove tutto è possibile perché lì si gode di una luce improvvisa che sa dare corpo alle trasparenze... un lampo di luce che precede il segno del tuono. Ma poi arriva il tuono con tutto il suo reboante fragore e lascia il suo dono. È perfetto e lo si deve raccogliere intatto nella sua sintassi, in una successione ordinata di perle su di un filo di seta: «frutto divino a umiltà terrena accade che la poesia sia».

sabato 11 maggio 2019

«Cara Fede, lo so che non dovrei, ma il mio odierno stato d’animo mi costringe là dove non vorrei essere. In quell’ansia ben descritta dall’impazienza dell’arrivare prima dell’esserci e con un’incerta delusione che non potrà mai appagare quanto nel mio desiderio mi ero ripromesso. Sì! Tanto mi manchi. Non per quello che potresti essere, ma per quello che Tu sei. Non ti nascondo che, nell’accenderti una candela, in preghiera sovente ti ricorro... E quel che è più bello è che Tu dentro a quella piccola luce sai pazientemente consigliarmi».

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