«Non dubitare! Ti prometto di mantenermi sempre uguale al mio essere diverso».

«Non uno che ti dia mai una mano gratuitamente, qualora debba, nell’allungarsi, incorrere nel rischio di scoprirsi la schiena».

«Nelle sartorie da salotto ti attaccano bottoni per tagliar giacche».

«Dove sono coloro che ancora, se mai sono esistiti, recensiscono i libri con il taglio di una giusta onestà intellettuale? Irreprensibili pensatori che, liberi dai padroni dell’industria del libro, esprimono, dandone interpretazione, elogi o stroncature?».

«Se proprio devo scegliere, faccio dei non partiti di testa il mio partito».

«Non sono mai voluto stare dove gli altri mi avrebbero voluto vedere. Così, molto prosaicamente, mi sento di poter spiegare che cosa io intendo dire quando, a spada tratta, difendo l’inalienabile valore della dignità di persona».

«Io credo che, per quanto strambi possano apparire, i talentosi non solo siano nelle mani di Dio, ma di concerto dimostrino Dio nell’uomo».

«Velata estorsione del buonista. Ti procura una domanda con il sottile proposito di condizionarti una precisa risposta».

«Ti fai scudo delle tue timidezze quando ami tenere nascoste le tue verità».

«Io scrivo con la speranza di essere letto e compreso se non da tutti, da molti, ma va bene anche da pochi! Scrivo per chicchessia voglia con impeto coerente, senza tanto clamore, ancora lottare per un mondo migliore».

«Esserci per non rimpiangerti. Vicino all’esserti amico e non solo. Dimenticarti mai».

«Nelle schiere sia di chi governa e sia di chi è all’opposizione, non si ha voce in capitolo se quanto prima non ci si procura di essere, per interessi privati condivisi, nell’elenco analitico dei nomi che contano».

«Vedo troppa rassegnazione nei giovani. Troppa poca voglia di essere e di rinunciare per avere emozioni condivise a frequenze parallele. Dico, una volta, l’amore lo si custodiva sotto una carica di temprato pudore. Quando oggi, invece, si ha quasi la povera impressione che l’amore lo si viva come sedersi davanti ad una tavola imbandita quando si ha parecchia fame. Ed io ancora a chiedermi, con i crampi allo stomaco, dove mai sia la margherita che ti ho infilato tra i tuoi sottili capelli. Sì! Altri tempi. Cose d’altri tempi».

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«Non esiste più un vero contraddittorio perché, anche gli apparentemente più ribelli di oggi, sono degli errori voluti e generati dallo stesso sistema».

«No! Non ci sto. Cambiarmi il carattere sarebbe come togliermi di dosso la settima pelle. Impensabile e crudele al contempo».

«Abbiamo rinunciato a quasi tutto, disposti ad esser quasi completamente nudi, pur di dare la soglia di casa al nostro amore».

«Epocale! La narrazione dei fatti di cronaca, distante dal vero, racconta inventando».

«Possiamo dire di nutrire una qualche speranza quando sappiamo di poter disporre di pazienza e benevolenza».

«Che mina la salute dei devoti è la desolazione dell’inconfessabile».

«Per non essere ricattabile, l’esperienza al bisogno insegna di non lasciare mai debiti sul banco dell’oste».

«Presupposto semplice dalle finalità ambiziose. Per amare, amarsi».

«Con le parole non solo celebro le mie emozioni, ma consegno il mio sentire ai fatti».

«Approdiamo al silenzio quando non abbiamo più nulla da aggiungere a quanto in precedenza abbiamo già dovuto scontare».

«Poiché mi hai sorpreso più di quanto avresti potuto deludermi, non posso dirmi di esserti del tutto indifferente».

«Ammalati di protagonismo, gli influencer, vestiti di un folclore locale, diventano leader improvvisati. Chiedono di essere ascoltati. Hanno sempre novità sensazionali, suggerite da chissà chi e che al momento della diretta, guarda caso, non possono svelare se non sommariamente. Megalomania della sopravvivenza, si raccontano per non dimenticare di esistere! Ogni sera, millantano d’avere numerosi seguaci che pendono dalle loro labbra. Questi imbonitori, sostanzialmente, dicono quello che i sostenitori si aspettano di sentirsi dire. Descrivono un malcontento che, purtroppo, non riesce ad essere rappresentato nei fatti». 

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«Tutto quello che non potevamo far vedere, con grazia e riserbo, per farlo crescere insieme, l’avremmo condiviso dentro».

«Gli innamorati ancor prima di dirsi dove, si chiedono quando».

«Quando sei arrivata da me eri tutta bagnata ed io la cosa migliore che potessi farti, in attesa che si asciugassero i tuoi abiti stesi dinanzi al fuoco del camino, era offrirti una tisana calda e prestarti il mio pigiama a righe piegato sotto al mio cuscino. Sì! Poi, senza una parola, come se ci conoscessimo da una vita, mi hai abbracciato, stringendomi forte al tuo petto».

«Non potevo non prestarle ascolto senza non restarne infatuato: dalla tromba delle scale risaliva una nota piano forte, un gemito lungo seguito da un sospiro interrotto».

«Abbiamo arginato i nostri affanni affinché ci venisse concesso di contemplare le nostre meraviglie».

«Anno Nuovo... Anche se avrei già dovuto immaginare che mi avresti detto di «no» sulla base dei tuoi alquanto incerti sì, non potevo non togliermi la sublimata compiacenza di chiederti nuovamente vieni».