«Compresero che se la filiera dell’irreale fosse stata convincente, la gente non avrebbe più sospettato del loro discutibile operato. Anzi lo avrebbero financo difeso, eleggendolo a verità assoluta! Chi, a tal proposito, avesse poi sollevato qualche dubbio, rimostranza od altro, sarebbe stato alla mercé del pubblico ludibrio perché complottista o disfattista. Giacché il loro fine era di metterci gli uni contro gli altri».
Avviene nello spazio delle meraviglie, dove tutto è possibile perché lì si gode di una luce improvvisa che sa dare corpo alle trasparenze... un lampo di luce che precede il segno del tuono. Ma poi arriva il tuono con tutto il suo reboante fragore e lascia il suo dono. È perfetto e lo si deve raccogliere intatto nella sua sintassi, in una successione ordinata di perle su di un filo di seta: «frutto divino a umiltà terrena accade che la poesia sia».
mercoledì 7 ottobre 2020
martedì 6 ottobre 2020
Un bruttissimo film...
«L’aria è plumbea e sa di guerra fatta in pace.
Cinque o sei potenti mascalzoni, in preda alla noia
cosmica, si dicono: giochiamo ad un carnevale del nuovo ordine mondiale.
Prendono le pedine, gli uomini che popolano quel che
rimane del pianeta Terra, e appiccicano loro un virus influenzale che dicono
letale.
Non contenti, in attesa del vaccino miracoloso, stilano
pure un protocollo d’interventi: imporre tamponi, mascherine e distanziamenti.
In un’arena dove l’uno spia lo starnuto dell’altro.
Il primo che canta decreta la morte del vicino della
porta accanto!
Ai funerali, alle ceneri tante, solerti becchini danno
anonima e indegna sepoltura. Lontano dagli occhi impotenti, di familiari, amici
e parenti».
lunedì 5 ottobre 2020
domenica 4 ottobre 2020
«Si è chiamati a scrivere e non averne più voglia; nulla che non sia già stato detto e non sentirsi poi tanto originali. A passare in rassegna quelle quattro parole in croce e non trovare chiesa. Ad essere di sabato e non vedere l’ora che siano le dieci e dieci dello scampanio che annuncia la domenica. Ricordo di aver incontrato il mio amore ad una recita di poesie. Io ero tutto intento al verbo dell’eloquio e non era previsto che lei, inaspettatamente, potesse accendere in me quell’intercalare che nessun’altra avrebbe mai potuto».