Avviene nello spazio delle meraviglie, dove tutto è possibile perché lì si gode di una luce improvvisa che sa dare corpo alle trasparenze... un lampo di luce che precede il segno del tuono. Ma poi arriva il tuono con tutto il suo reboante fragore e lascia il suo dono. È perfetto e lo si deve raccogliere intatto nella sua sintassi, in una successione ordinata di perle su di un filo di seta: «frutto divino a umiltà terrena accade che la poesia sia».

domenica 4 ottobre 2020

 «Si è chiamati a scrivere e non averne più voglia; nulla che non sia già stato detto e non sentirsi poi tanto originali. A passare in rassegna quelle quattro parole in croce e non trovare chiesa. Ad essere di sabato e non vedere l’ora che siano le dieci e dieci dello scampanio che annuncia la domenica. Ricordo di aver incontrato il mio amore ad una recita di poesie. Io ero tutto intento al verbo dell’eloquio e non era previsto che lei, inaspettatamente, potesse accendere in me quell’intercalare che nessun’altra avrebbe mai potuto».

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