Avviene nello spazio delle meraviglie, dove tutto è possibile perché lì si gode di una luce improvvisa che sa dare corpo alle trasparenze... un lampo di luce che precede il segno del tuono. Ma poi arriva il tuono con tutto il suo reboante fragore e lascia il suo dono. È perfetto e lo si deve raccogliere intatto nella sua sintassi, in una successione ordinata di perle su di un filo di seta: «frutto divino a umiltà terrena accade che la poesia sia».

venerdì 8 marzo 2024

«La mia solitudine è un orizzonte, un giardino lussureggiante, un’oasi nel deserto dove rigenerarmi al di fuori della gravità del mio corpo. Ed è così che quando esco di casa e non perché lo cerco ma perché mi capita, mi par di prender quota... di librare nel vuoto. All’inizio non mi sento, poi, superata la prima paura, io sono!».

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