Avviene nello spazio delle meraviglie, dove tutto è possibile perché lì si gode di una luce improvvisa che sa dare corpo alle trasparenze... un lampo di luce che precede il segno del tuono. Ma poi arriva il tuono con tutto il suo reboante fragore e lascia il suo dono. È perfetto e lo si deve raccogliere intatto nella sua sintassi, in una successione ordinata di perle su di un filo di seta: «frutto divino a umiltà terrena accade che la poesia sia».

martedì 20 aprile 2021

«Ma quanto e quale qualunquismo v’è nel lasciare agli altri il potere di disporre della nostra vita? Il più degli inalienabili diritti che noi - io sono in un molteplice collettivo - siamo chiamati ad esperire in uno spazio temporale terreno. Vita che ha assunto costi irrisori. Vita che non è più nostra o che forse solo fino a ieri ci siamo semplicemente illusi che lo fosse. Vita che altri, incredibilmente, nel proiettarci al di fuori di ogni accettabile gerarchia dei valori, possono, perché autorizzati dal più corale silenzioso assenso, continuare a sprecare a loro piacimento».

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