Avviene nello spazio delle meraviglie, dove tutto è possibile perché lì si gode di una luce improvvisa che sa dare corpo alle trasparenze... un lampo di luce che precede il segno del tuono. Ma poi arriva il tuono con tutto il suo reboante fragore e lascia il suo dono. È perfetto e lo si deve raccogliere intatto nella sua sintassi, in una successione ordinata di perle su di un filo di seta: «frutto divino a umiltà terrena accade che la poesia sia».

giovedì 2 settembre 2021

«Mi sono rivisto indietro negli anni quando tutto sembrava discutibile, anche se acquisito! Una maturità in mano, un diploma da spendere: una volontà che portata alle stelle mi avrebbe fatto toccare il cielo con un dito. Quanti anni sono trascorsi? Più o meno quaranta. Erano gli anni Ottanta ed io avevo più o meno vent’anni. A quei tempi tutto si contestava. Il mondo non era tondo perché era a spigolo vivo. Tutto andava preso per le punte: non si poteva scendere a compromessi con la propria dignità! Non si doveva essere dichiaratamente innamorati, perché gli amici venivano prima di ogni legame segnato dal tempo. Ma io no, inguaribile romantico, cercavo l’amore vero in un disegno antico. Filosofia di vita abbracciata e praticata, lontano dall’essere studiata».


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